PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI DI ASSISTENZA

Tale scelta, infatti, ha comportato l’aumento dei costi di gestione e di conseguenza l’aumento di rette e tariffe per la fruizione dei servizi, il continuo ricorso a forme di esternalizzazione, l’affermarsi di logiche aziendalistiche che poco o nulla hanno a che fare con i diritti degli anziani, dei disabili, dei minori e di tutte le altre categorie assistite. Con il nuovo bilancio il Comune e l’Aspef tentano di imporre un ulteriore salto di qualità, in negativo, sulla strada della privatizzazione.

Viene prevista, infatti, la creazione di una nuova società privata alla quale affidare la gestione delle farmacie.

Purtroppo, il processo di privatizzazione non si ferma qui: la società privata non gestirà solo le farmacie, ma potrà gestire tutti i servizi sociali.

E’ chiaro, quindi, che questa società diventerà un contenitore nel quale trasferire tutti i servizi alla persona: l’assistenza domiciliare, le case di riposo (RSA) e i centri diurni per anziani, le strutture per i disabili e i centri per i giovani.

Tutti questi servizi verranno gestiti non per rispondere a finalità sociali ma per creare profitto a favore di una società privata.

A quel punto che ne sarà dei diritti dei cittadini e dei lavoratori del settore ? siamo seriamente preoccupati perché non ci sembra ci scorgere differenze tra queste scelte e quelle assunte a livello regionale da Formigoni.

Contro questo disegno invitiamo tutte le associazioni di volontariato che operano nel sociale, i comitati parenti, le organizzazioni sindacali e i semplici cittadini a confrontarsi con noi per sostenere un modello di servizi alternativo a quello ispirato alle logiche liberiste che ci viene proposto dalla Giunta Burchiellaro – Montanari.

Matteo Gaddi – Consigliere comunale di Rifondazione Comunista


di Matteo Gaddi

Il Piano Programma dell’ASPEF, che verrà discusso dal Consiglio Comunale di Mantova mercoledì 11 febbraio, apre la strada alla privatizzazione completa dei servizi di assistenza. Come Rifondazione siamo sempre stati critici nei confronti della trasformazione in azienda dell’assessorato ai servizi sociali.