Lavoro e università, Epifani contestato dagli studenti

“Buffoni, buffoni”, “Epifani, sei un buffone”. Con questo grido un gruppo di studenti universitari dei collettivo dell’Università di Roma 3 e della Sapienza ha fatto irruzione nella sede dell’ateneo di via Ostiense, dove si stava svolgendo una conferenza stampa della Cgil sul lavoro negli atenei. All’evento erano intervenuti, fra gli altri, proprio il segretario generale del sindacato, Guglielmo Epifani e il segretario del settore Conoscenza (Flc), Enrico Panini.

«Ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città», hanno spiegato gli studenti. Anticipando uno degli slogan della manifestazione del 9 novembre, i circa 100 studenti del coordinamento hanno contestato il segretario della Cgil. Dopo un iniziale parapiglia all’esterno con le guardie del corpo di Epifani, gli studenti sono riusciti a entrare nella stanza del convegno e a lanciare il loro messaggio, additando il leader della Cgil come il maggior responsabile dell’accordo del 23 luglio sul protocollo del welfare. «Un accordo- hanno urlato gli studenti a Epifani- di portata gravissima che peggiora la legge 30 ed esaspera la riforma Maroni sulle pensioni».

«Ma quale buon lavoro viene a proporci? Forse -hanno detto gli studenti protagonisti del blitz- quello dei contratti da ricercatore da rinnovare ogni anno a discrezione del barone di riferimento. Oppure quello delle prestazioni lavoratove gratuite obbligatorie in molti corsi di laurea? O forse il lavoro precario che spesso accompagna gli studi e la gestione degli atenei».

Infatti, «è inaccettabile che il segretario della Cgil venga a parlare ad un convegno di università pubblica di qualità quando la situazione sotto gli occhi di tutti è estremamente diversa: non abbiamo mense- hanno aggiunto- borse di studio, case, non vediamo quest’idea di università pubblica tanto vagheggiata». Dunque, oggi era necessario, hanno concluso gli studenti prima di lasciare la sala del convegno «rimarcare il nostro no al protocollo e alla precarietà perché sono proprio loro i primi responsabili di questa situazione».

di redz