Genova 2001 Cosenza 2008. Sei anni di vergogne


Erano passati pochi giorni dalla manifestazione di un milione di persone contro la guerra in Iraq che aveva concluso il Forum Sociale Europeo di Firenze, una delle più importanti esperienze di partecipazione democratica realizzate nel nostro paese.

La notte del 15 novembre 2002 venti persone che erano state fra gli organizzatori di quel Forum furono arrestate dai reparti speciali dei ROS e dei GOM. Ad altri cinque furono notificati gli arresti domiciliari. Quarantatre persone finirono indagate nel filone di inchiesta. Le irruzioni di uomini armati fino ai denti e con il volto coperto terrorizzarono molte famiglie a Cosenza, Napoli e Taranto.

Tredici persone furono rinviate a giudizio, accusate di aver voluto “sovvertire violentemente l’ordine economico costituito nello stato” per essere stati fra gli animatori delle grandi manifestazioni di popolo in occasione del vertice OCSE di Napoli e del G8 di Genova nel 2001.

Quel processo, iniziato il 2 dicembre 2004 presso la Corte di Assise di Cosenza, è alle sue battute finali. La requisitoria del Pubblico Ministero è prevista per il 23 gennaio, e poco dopo sarà emessa la sentenza.

Solo un mese fa il Tribunale di Genova ha comminato più di un secolo di carcere a ventiquattro manifestanti. Sono stati inflitti fino a 11 anni di carcere utilizzando reati da codice di guerra come l’accusa di “devastazione e saccheggio”.

Nessuno ha invece pagato per le inaudite violenze compiute dalle forze dell’ordine sui manifestanti a Genova, giudicate da Amnesty International la più grave violazione dei diritti umani in Europa dal dopoguerra.

Nessuno dei dirigenti responsabili ha dovuto rendere conto degli errori ed orrori commessi: al contrario, sono stati tutti promossi. I processi per la macelleria della Diaz e le torture a Bolzaneto si avviano alla prescrizione per decorrenza dei termini. L’omicidio di Carlo Giuliani è stato archiviato senza un processo. Il Parlamento ha respinto la richiesta di istituzione di una Commissione di Inchiesta. Al contrario, gli imputati di Cosenza rischiano pene severissime.

Ancora una volta c’è bisogno di difendere la dignità calpestata del nostro paese e le garanzie democratiche -nel sessantesimo della Costituzione. Una volta ancora bisogna pretendere verità e giustizia sui fatti di Genova, e difendere il diritto a costruire un “un altro mondo possibile”.

Il nostro paese è pieno di lotte, vertenze nazionali e locali, resistenze e proposte per i diritti umani, sociali, civili, politici, ambientali, per la difesa dei beni comuni, contro la guerra e il riarmo. L’attivismo civile e la mobilitazione sociale dovrebbero essere considerato una risorsa di questo paese.

Al contrario, tante di queste lotte finiscono sotto processo e tante persone rischiano di vedersi rovinata la vita per il loro impegno sociale. Crediamo sia necessario allargare la riflessione, la solidarietà e l’iniziativa unitaria di fronte ai segnali di una deriva securitaria e repressiva contro ogni forma di diversità e di dissenso.

Agli imputati di Cosenza viene contestato di essere protagonisti attivi del movimento altermondialista e delle lotte per il cambiamento, attività che viene quindi considerata sovversiva e cospirativa.

Questo processo riguarda perciò fino in fondo tutti coloro che credono doveroso impegnarsi per una società e un pianeta più giusti e che vogliono per tutti e per tutte il diritto ad agire, ad opporsi, a praticare e vivere alternative.

E’ tempo di tornare a Cosenza da ogni parte d’Italia, come facemmo il 23 novembre del 2002 protestando insieme a tutta la città.

Costruiamo insieme una nuova grande manifestazione a Cosenza sabato 2 febbraio
per liberare chi è sotto processo da accuse inaccettabili
DIFENDIAMO IL DIRITTO A VOLER CAMBIARE IL MONDO

Le adesioni collettive e individuali vanno inviate a: liberi tutti@inventati.org

Prime adesioni: Arci, Associazione Beati i costruttori di pace, Associazione per la Pace, Carta, Confederazione Cobas, Fiom-Cgil, Giovani Comunisti/e, Global meeting network Partito della Rifondazione Comunista, Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti, SdL intercategoriale Sinistra Critica, Assessorato Politiche sociali ed Immigrazione Provincia di Cosenza, Associazione Baobab, Associazione La Kasbah, Associazione Yairaiha Onlus, Circolo PRC “G. Mazzotta” Cosenza, Cobas Cosenza, Comitato di lotta per la casa Cosenza, CPOA Rialzo Cosenza, CSOA Cartella Reggio Calabria, Partito Comunista dei Lavoratori Calabria, Rete antirazzista calabrese, Action Roma, Ask191 Palermo, Centro ligure di documentazione per la pace, Cobas Palermo, Collettivo 20 luglio Palermo, Collettivo malefimmine, Collettivo Sparo Palermo, Collettivo Universitario Autonomo Palermo, Comitato Autorganizzato Senza Casa Palermo, CSOA ExKarcere Palermo, Infoxoa, redazione della rivista di quotidiano movimento, Precari dello Spettacolo Palermo, Laboratorio Zeta Palermo, Tam tam e segnali di fumo Cosenza.

Adesioni individuaIi: Vittorio Agnoletto, europarlamentare; Nicola Atalmi, direzione nazionale Comunisti Italiani, responsabile movimenti e pace; Norma Bertullacelli, Genova; Marco Bersani, Attac Italia; Mauro Bulgarelli, senatore; Antonio Bruno, capogruppo Sinsitra Europea PRC Genova; Salvatore Cannavò, deputato; Eva Catizone, segretaria regionale del Pdm; Italo Di Sabato, responsabile ‘Osservatorio sulla repressione’ del Prc; Gianni Fabbris, coordinatore nazionale Altragricoltura; Tommaso Fattori;
Haidi Giuliani, senatrice; Doriana Goracci, Capranica (Vt); Nora Haydeè Rodriguez, Vicenza; Nicola Latorre, giornalista free lance Bilbao (Paesi Baschi); Giovanni Maiolo, Portavoce delle/i Giovani Comuniste/i della Calabria; Tano Malannino, presidente nazionale Altragricoltura; Francesco Martone, senatore; Eugenio Melandri; Sandro Morelli, direttore di «Quale Stato»-Rivista trimestrale della Funzione pubblica Cgil; Luciano Muhlbauer, consigliere regionale della Lombardia, Prc; Ciro Pesacane, Forum Ambientalista

di liberitutti