Due teste di maiale sulla porta

A Goito, il centro dell’ alto mantovano leghista, dove il razzismo da strisciante si fa minaccioso.
Pubblico l’ articolo della gazzetta del 14 settembre che riporta la cronaca di questo fatto agghiacciante. E’ la dimostrazione di come le politiche securitarie e l’ attacco costante dei mezzi di comunicazione all’ immigrato stiano facendo franare qualsiasi barriera sociale e culturale al razzismo. Una classe politica che non sa più dare risposte trova nell’ immigrato, nel diverso e in ciò che non è conforme il canale dove far rifluire la rabbia della gente, sempre più oppressa e sempre più controllata. Ciò che stupisce è che il fatto è accaduto proprio in una terra agricola, dove immigrazione e sfruttamento si collegano tanto chiaramente, e dove il padrone che vota lega fa ai soldi grazie agli operai immigrati che tanto disprezza.

GOITO. Due grosse teste di maiale sanguinolente, avvolte nelle pagine di un giornale scritto in arabo. E’ la macabra scoperta fatta giovedì mattina da una famiglia di origine marocchina, aprendo la porta di casa. Le teste erano proprio sulla soglia, il sangue che colava, le formiche appiccicate. Se n’è accorto per primo il marito, uscendo alla mattina presto per andare al lavoro. Indubbio lo spavento provato dall’intera famiglia, oltre al marito, la moglie coi due figli piccoli, e la madre di lei. Subito l’uomo ha rimosso i due grossi pezzi di suino, buttandoli tra i rifiuti. Poi si è rivolto a Comune e carabinieri per informare del fatto. «Non capisco chi possa essere stato – spiega la moglie – siamo una famiglia tranquilla, viviamo qui dal 2004, abbiamo comprato la casa in cui viviamo in via Alfieri. Perché qualcuno dovrebbe avercela con noi?». «Io credo non possa essere stato un arabo a fare questo – va avanti la signora – siamo nel periodo del Ramadan, un musulmano non toccherebbe mai un maiale». La famiglia, in effetti, poco tempo fa ha già subìto un atto vandalico: qualcuno ha tagliato gli pneumatici dell’auto del marito e i sospetti della coppia di marocchini sono indirizzati a qualcuno del paese, probabilmente del vicinato. «Le teste tagliate ci hanno spaventato molto, per la paura mia madre il giorno dopo se n’è tornata in Marocco. Non posso nemmeno immaginare siano stati dei miei vicini» conclude la donna.

di mantova antagonista