Trasporti agitati: Alitalia a fil di rasoio. Treni fermi

cielianomali Sembrerebbe proprio che il fortunato slogan dell’onda universitaria “Noi la crisi non la paghiamo!” sia diventato il leit-motiv di un intero autunno di mobilitazione, ci auguriamo più caldo di un clima già inevernale.
Scioperano gli auto-ferrotranvieri il cui contratto nazionale del trasporto pubblico locale e delle attività ferroviarie sono scaduti il 31 dicembre 2007 ma dopo due scioperi nazionali (9 maggio e 7 luglio), la trattativa non è stata avviata. I lavoratori in sciopero rivendicano il diritto all’adeguamento del reddito e alla difesa del potere di acquisto dei loro salari. Alti i tassi di adesione, superiori al dato dell’82% raggiunto il 7 luglio scorso, in occasione della precedente astensione dal lavoro.

cielianomaliSembrerebbe proprio che il fortunato slogan dell’onda universitaria “Noi la crisi non la paghiamo!” sia diventato il leit-motiv di un intero autunno di mobilitazione, ci auguriamo più caldo di un clima già inevernale.
Scioperano gli auto-ferrotranvieri il cui contratto nazionale del trasporto pubblico locale e delle attività ferroviarie sono scaduti il 31 dicembre 2007 ma dopo due scioperi nazionali (9 maggio e 7 luglio), la trattativa non è stata avviata. I lavoratori in sciopero rivendicano il diritto all’adeguamento del reddito e alla difesa del potere di acquisto dei loro salari. Alti i tassi di adesione, superiori al dato dell’82% raggiunto il 7 luglio scorso, in occasione della precedente astensione dal lavoro.

Si infiamma la vertenza Alitalia con i lavoratori che lanciano lo sciopero anche contro il parere dei sindacati “ribelli” che a loro volta invitano a una lotta di più lunga durata e rilanciano lo sciopero del 25 novembre. Drammatica assemblea a Fiumicino con i più “duri” che contestano i sindacati dei piloti e che lanciano uno sciopero immediato di 24 ore. Il governo precetta i lavoratori e la polizia “scheda” i partecipanti al Comitato di lotta.
La straordinaria gravità della vertenza Alitalia impone una riflessione generale su come nel nostro Paese si stanno rapidamente modificando in modo negativo le relazioni tra aziende, organizzazioni sindacali e lavoratori. Siamo di fronte ad una situazione nella quale un’azienda (CAI) non rispetta i più elementari principi etici, ricatta in modo strumentale lavoratori che già si trovano in uno stato di estremo disagio e di profonda incertezza per il proprio futuro, infrange e ridicolizza riconosciuti criteri di solidarietà sociale e calpesta le più basilari regole di democrazia e rappresentanza sindacale e gli accordi sottoscritti. Nonostante tutto ciò, tale azienda è favorita in ogni modo possibile dal Governo e percepirà soldi pubblici, i nostri, per sostenere e soddisfare i propri interessi finanziari.
Alitalia è ormai per Governo e Confindustria un banco di prova per far passare modelli contrattuali e meccanismi di rappresentanza sindacale più penalizzanti e più autoritari: in tale scenario i lavoratori sono trattati come cavie di tale “sperimentazione”.
La logica che la Confindustria vuole imporre è quella del “prendere o lasciare”, senza neanche percorrere la strada del reale confronto: questo è un metodo sindacalmente inaccettabile ed eticamente censurabile. Esprimiamo quindi piena solidarietà ai lavoratori del trasporto aereo che vi si stanno opponendo. Quella di Alitalia è una gravissima “vertenza pilota” che coinvolge ormai tutti i lavoratori italiani e che deve essere affrontata saldando in un unico obiettivo tutti i lavoratori, i precari, gli studenti e le forze sociali del Paese: battere l’autoritarismo e l’arroganza della Confindustria e del Governo e rendere possibile un’ampia, collettiva e democratica risposta di tutte le forze sane di questo Paese.

Sottoscrivi l’appello a sostegno dei lavoratori in lotta.
l’appello su www.alitaliastoriavera.org
di mnantag