Siamo qui, restiamo qui, lottiamo qui: contro il pacchetto sicurezza!

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In giro tira aria di crisi. Ogni giorno migliaia di lavoratori e lavoratrici vengono messi in cassa integrazione o licenziati. Succede soprattutto a noi migranti, che per la crisi paghiamo un prezzo ancora più alto: se perdiamo il permesso di soggiorno, rischiamo di diventare clandestini, di essere rinchiusi nei centri di detenzione e di essere espulsi.
Non passa giorno senza che si compia un atto di violenza razzista contro i migranti, mentre il ministro dell’Interno dice che “bisogna essere cattivi” con i clandestini, alimentando così sempre più razzismo. Questo razzismo serve a legittimare la politica del governo, che in tempo di crisi ha una risposta chiara: l’espulsione.
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In giro tira aria di crisi. Ogni giorno migliaia di lavoratori e lavoratrici vengono messi in cassa integrazione o licenziati. Succede soprattutto a noi migranti, che per la crisi paghiamo un prezzo ancora più alto: se perdiamo il permesso di soggiorno, rischiamo di diventare clandestini, di essere rinchiusi nei centri di detenzione e di essere espulsi.
Non passa giorno senza che si compia un atto di violenza razzista contro i migranti, mentre il ministro dell’Interno dice che “bisogna essere cattivi” con i clandestini, alimentando così sempre più razzismo. Questo razzismo serve a legittimare la politica del governo, che in tempo di crisi ha una risposta chiara: l’espulsione.

Il “pacchetto sicurezza” approvato dal Parlamento serve all’espulsione e allo sfruttamento del lavoro migrante: La tassa sul permesso di soggiorno serve a mettere ancora una volta le mani nelle nostre tasche, dovendo pagare fino a 200 euro per ogni pratica di rilascio e di rinnovo, rendendoci sempre più poveri. E intanto, i permessi di soggiorno restano anche per più di un anno fermi in questura.
Permettere ai medici di denunciare i clandestini che si rivolgono alle strutture sanitarie serve a costringerci a rinunciare anche ai diritti più elementari. L’emendamento che cancella il divieto di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie, è contrario all’etica ed alla deontologia medica, al vincolo del segreto professionale ed al dettato costituzionale che tutela la salute individuale e collettiva.
Costruire nuovi centri di detenzione serve a espellerci dal mercato del lavoro prima ancora che dal paese.

NON POSSIAMO ACCETTARE TUTTO QUESTO, E NON LO ACCETTEREMO!

Il governo vuole trasformare la crisi in un’occasione per cacciare via una parte importante della classe operaia di questo paese. Vogliono spaventarci, ma non è il momento di aver paura. Noi migranti non pagheremo la crisi.

Noi lavoratrici e lavoratori migranti ci saremo per noi e per i nostri figli, che sono nati e cresciuti qui. Ci saremo perché non accettiamo che il governo rubi i contributi che abbiamo versato per anni, e che siamo destinati a perdere se lasciamo l’Italia. Ci saremo per dire che in questa crisi siamo tutti uguali, lavoratori italiani e migranti.
di comitato stop razzismo – Suzzara