Il Primo Maggio Non Si Vende

 

 

 

Mantova Rivolta il Debito!

Spazio Sociale La Boje!

 

Partiamo da oggi, festa dei lavoratori. Dovremmo festeggiare la libertà di otto ore di lavoro, del diritto alle ferie, alla malattia, alla maternità. Invece ci ritroviamo a essere un esercito di lavoratori usa e getta perchè tutte le conquiste ottenute con anni di lotte e sacrifici tutti gli ultimi governi ce le hanno smantellate pezzo a pezzo, e ci hanno costretti a lavorare sotto costante ricatto, obbligati ad accettare le arroganze di chi ci impone reddito e tempi di vita. Il contratto del commercio è stato uno dei primi campi in cui hanno sperimentato l’introduzione delle più insopportabili forme di ricatto. Oggi la crisi picchia duro e i disoccupati aumentano. Invece di aumentare salari e pensioni, hanno pensato di comprimerli e di smantellare le tutele che erano scritte nero su bianco.Tagliare i costi, cioè i costi dei lavoratori, espandere l’offerta commerciale e mantenere intatti i profitti. E via, deregolamentazione totale degli orari, aperture tutte le domeniche e i festivi, ristrutturazione (alias tagli al personale) di reparti e catene commerciali, raddoppio del carico di lavoro per ogni lavoratore e lavoratrice. In compenso nella grande e piccola distribuzione ci troviamo una giungla di contratti precari, l’equiparazione tra feriali e festivi, la possibilità, recentemente introdotta in Francia di aperture 24 ore, assunzioni ad hoc di forza lavoro giovane solo per i fine settimana. Ma non basta, perchè anche i turni in molti centri commerciali sono diventati un lusso e chi ci lavora è costretto/a ad asservire completamente la propria vita e i propri tempi alle necessità di aziende, negozi e cooperative con insopportabili turni spezzati. E se si è donne bisogna pure fare attenzione a scegliere di rimanere incinte perchè da un giorno all’altro ti potrebbero lasciare a casa senza diritto alla maternità perchè potrebbe diventare costoso e poco estetico dover mantenere una donna con un figlio in grembo.

 

Sono anni che subiamo tutto questo, senza rappresentanza e senza aver la minima voce in capitolo. E’ finito il tempo della narrazione della sfiga. Oggi siamo qui per solidarizzare con chi vergognosamente è costretto a lavorare in una giornatacome questa, nella speranza che l’importante rifiuto che i dipendenti hanno manifestato sulla proposta di lavorare a Pasqua sia solo un primo passo per una rivendicazione collettiva di più diritti e aumenti di salario per tutte e per tutti. E per invitare te, consumatore, a rinunciare a festeggiare questa importante giornata dentro un negozio o un centro commerciale. Partecipa a uno sciopero dei consumi. Solidarizza con i lavoratori di Fashion District.