!Paura non abbiamo.
Potremmo riassumere così l’umore e i sentimenti che si provano al presidio delle lavoratrici licenziate davanti alla MS di Romanore; ad una settimana dall’esplosione del caso So.Ge.Fi. il padronato colpisce ancora.
!Paura non abbiamo.
Potremmo riassumere così l’umore e i sentimenti che si provano al presidio delle lavoratrici licenziate davanti alla MS di Romanore; ad una settimana dall’esplosione del caso So.Ge.Fi. il padronato colpisce ancora.
19 lavoratrici tra italiane e migranti sono state licenziate dall’oggi al domani poiché “poco produttive a causa di troppe assenze e permessi di malattia” e prontamente sostituite da lavoratrici cinesi reclutate nel milanese che notoriamente “non si ammalano e sono più produttive”. Le donne che hanno ricevuto la drammatica notizia, subito dopo sono state accompagnate dalle forze dell’ordine ai propri armadietti per ritirare i propri effetti personali; armadietti che, è bene precisare, non sono nemmeno all’interno dello stabilimento ma fuori, a pochi metri dal cancello. Parlando con le lavoratrici scopriamo una situazione drammatica fatta di sfruttamento e di condizioni di lavoro ignobili: bassi salari, oggi ancora più ridotti per le “nuove” assunte e anche mancanza di servizi igienici adeguati.
Una storia che esplicita più tipi di oppressione capitalista che queste donne sentono: di classe, di genere ed etnico.
Le lavoratrici licenziate non si sono perse d’animo: da un paio di giorni hanno allestito un presidio spontaneo a staffetta per protestare contro la decisione della “cooperativa” che “somministra” lavoro e cercare di fermare l’uscita dei camion dai cancelli dello stabilimento.
Insieme a loro, manifestano ai cancelli anche compagne del collettivo femminista colpo di streghe e compagni di Sinistra Critica e del pdci.
di MantovAntagonista
Il Collettivo Femminista “Colpo di streghe” esprime la propria solidarietà alle lotte delle donne lavoratrici della So.Ge.Fi di Mantova e della EmmEsse di Romanore.
Ancora una volta le donne sono le prime a subire le conseguenze della liberalizzazione del mercato del lavoro: nelle grandi aziende come nelle cooperative.
Sembra che sia meno grave licenziare una donna in quanto si presuppone abbia ” il sostegno famigliare” (come dichiarato dal direttore delle risorse umane della So.Ge.Fi) dimenticando che è, prima di tutto, persona avente diritti a prescindere dal ruolo che riveste.
Abbiamo partecipato in questi giorni alle azioni delle donne della EmmEsse portando il nostro appoggio alle loro rivendicazioni di diritto al lavoro. Le donne hanno mantenuto il presidio di dieci ore al giorno per una settimana; con i loro corpi hanno bloccato il trasporto delle merci impedendo ai camion di entarre e uscire dalla ditta; hanno effettuato volantinaggi in centro città chiedendo il boicottaggio dei prodotti distribuiti dalla EmmEsse, affinchè cambino le politiche dell’azienda (non dimentichiamo che i nuovi lavoratori assunti percepiscono una paga oraria di E3,50!).
Nonostante le difficoltà dovute alla scarsità numerica sono riuscite a tenere in piedi il presidio davanti ai cancelli dell’azienda dimostrando forza e tanacia di cui il loro essere donne le ha fornite.
Come donne e come femministe auspichiamo che in questa realtà precaria la società civile si mobiliti ogni qual volta si verificano simili vicende perchè “le nostre vite valgono più dei loro profitti!” .
COLLETTIVO FEMMINISTA
“Colpo di streghe”