CUBA, UNA RIVOLUZIONE MORALE

Un solo partito=dittatura?

E’ vero, esiste un solo partito: quello dei lavoratori, il quale però non partecipa al processo elettorale e non propone nemmeno candidati. Questo compito è assolto da apposite Commissioni formate dal sindacato dei lavoratori, dai Comitati di Difesa Rivoluzionaria, dalla Federazione delle Donne Cubane, dalla Associazione Nazionale dei Piccoli Coltivatori, dall’Associazione degli Studenti Universitari, dall’Associazione degli Studenti Medi. Ogni cittadino che ha compiuto 16 anni ha diritto al voto, si può essere eletti solo raggiungendo il 50 più 1 per cento dei voti, il candidato eletto continua a svolgere il proprio lavoro e contrae l’obbligo di rispondere alle interrogazioni periodiche pubbliche degli elettori.

Perché alcuni cubani rischiano la vita per scappare dall’isola?

Purtroppo, tanti secoli di capitalismo nel mondo hanno fatto sì che in tutte le società esista gente, molta gente, per la quale il desiderio principale è diventare ricchi senza troppa fatica, sfruttando gli altri. E a Cuba questo è impossibile: perché gli ideali della rivoluzione difendono i diritti umani e la giustizia sociale. Gli Stati Uniti da anni promulgano una macabra Ley de Ajuste Cubano, per la quale tutti i cubani che arrivino sul territorio statunitense ricevono immediatamente aiuto economico, un lavoro e la residenza negli Usa. Mentre gli immigranti del Messico, Guatemala, Haiti e Santo Domingo, diciamo da tutta l’America Latina, vengono bastonati alla frontiera, uccisi, cacciati come animali, i cubani che fanno lo stesso vengono trattati con tutte le accortezze.

Questo per demonizzare la società cubana, presentarla al mondo come se fosse simile ai Balcani, un luogo in cui la popolazione rischia la vita per fuggire dall’orrore, dalla guerra, dalla fame, dalle mafie locali e dai massacri. Ma in Cuba non c’è mafia, né fame, né violenza, né guerra, né ingiustizia.

Pena di morte

L’UE ha condannato l’applicazione della pena di morte a Cuba nel caso dei tre terroristi che hanno sequestrato una nave. E’ opinione comune che sia un metodo ingiusto,ma davanti a tali affermazioni non si può che fare un confronto: perché non mostra la stessa energia di fronte alle esecuzioni (più di 80) realizzate nel 2002 negli USA compreso donne, minorenni e malati mentali?”

L’embargo

IL blocco economico degli Stati Uniti non è un’invenzione né un eufemismo. E’ una realtà che ha provocato a Cuba perdite per 72 miliardi di dollari e che continua a costare. Poi si lamentano che l’economia cubana non funziona e che hanno ancora le auto di 50 anni fa. Vorrei vedere quanto durerebbe un qualsiasi Paese europeo sottoposto a tali restrizioni; tanto per fare un esempio dei disagi causati dall’embargo devono fare arrivare il latte dalla Nuova Zelanda, come se noi lo dovessimo far arrivare dalla Cina…

Le idee vinceranno le armi

Al contrario di ciò che viene generalmente sostenuto Cuba è boicottata perché, dal trionfo della Rivoluzione, non ha mai accettato di contrattare sulla propria libertà e dignità di Paese sovrano: fra le prime “sovversive” misure intraprese vi furono la Riforma agraria che tolse la terra ai latifondisti per darla a chi la lavora e furono nazionalizzate le industrie neocoloniali straniere; fra le prime conquiste vi furono la poderosa campagna di alfabetizzazione che in due anni portò anche l’ONU a dichiarare Cuba territorio libero dall’analfabetismo e, successivamente, la realizzazione dei programmi definiti i fiori all’occhiello della Rivoluzione: la diffusione della sanità e dell’educazione gratuite per tutti. E’ il paese più attento del mondo alle necessità dei piccoli e questo lo dichiara la UNICEF, la mortalità infantile si è ridotta dal 60 per 1000 a una cifra che oscilla fra 6 e 6,5. TV, radio e stampa non praticano pubblicità commerciale e non si rende culto ai valori delle putrefatte società di consumo. Non è mai stata utilizzata violenza contro il popolo, perché il popolo è la rivoluzione e il governo, un popolo colto e deciso a difendere le sue conquiste. Queste conquiste, che nessun Paese capitalista può garantire, furono attuate in una piccola isola del Terzo Mondo (ricordiamoci che Cuba prima della rivoluzione si trovava nelle condizioni di Haiti, il Paese più povero del mondo), a novanta miglia dalle coste del più potente e prepotente Paese del globo, conquiste che hanno acceso e alimentano la speranza degli altri popoli costretti al sottosviluppo. Un esempio pericoloso e da distruggere per demolire la fiducia che ci possa essere un futuro migliore per i due terzi dell’umanità. Il leader Fidel Castro definito da Gabriel Garcìa Marquez “uno dei grandi idealisti del nostro tempo” continuerà a non piegarsi di fronte a continue minacce degli USA(come ha fatto per più di 40anni) mettendo a repentaglio la sua vita, non dubitando mai che: “un principio giusto, anche se dal fondo di una tomba vale di più di un esercito” e che la storia un giorno renderà giustizia a chi per tanti anni è stato ingiustamente condannato. Così come il popolo cubano continuerà a difendere i suoi ideali avendone tutti i diritti e accompagnato dalla profonda convinzione che le idee sono più potenti delle armi.

Elena


Cuba è nel mirino del mondo “democratico” ed una delle accuse che solitamente le vengono fatte è quella di non essere un Paese libero e pluralista, in definitiva di essere una dittatura. Tant’è che si liquida la realtà cubana con una condanna che non lascia nessuno spazio all’argomentazione o all’informazione, sì che si viene indotti a credere che il coro generale ed unanime di calunnie esprima la verità. Ma quelle valutazioni, non corrispondenti assolutamente alla realtà, non hanno nemmeno l’attenuante della buona fede dei loro propugnatori, i quali sono inseriti nell’ottica di difesa di ben determinati privilegi, arrivando, come in questo caso ad evidenti e risibili paradossi.