azione comunicativa contro il vescovo sull’ ora di religione

facciamoci sentire contro le ingerenze religiose e i privilegi di pochi, per una scuola libera laica, aperta alle diversità e alle criticità
Il clero colpisce ancora: così, dopo la ritirata mediatica di papa Ratzinger dalla Sapienza, spettacolarizzata con molto vittimismo da parte della Curia Romana, il vescovo di Mantova Busti passa subito all’ attacco e per il 7 febbraio all’istituto professionale Bonomi-Mazzolari convoca un
assemblea con l’ AISAM, l’ associazione che riunisce i presidi di tutte le scuole mantovane, per parlare del progetto di riorganizzazione dell’ora di religione e dei temi etici da far entrare nelle scuole.
Agli studenti l’ invito per l’ assemblea non è arrivato, forse perchè siamo considerati un soggetto passivo e senza potere nel sistema educativo odierno: il 7 febbraio andremo lo stesso dal vescovo ad esprimere la nostra contrarietà alle continue ingerenze cattoliche nel mondo dell’ istruzione.

Nonostante il dibattito che si è aperto da anni in Europa sull’ insegnamento della religione cattolica nelle scuole, l’ Italia rimane estranea a ciò e di anno in anno aumenta i privilegi di un clero, che perdendo la propria egemonia spirituale si aggrappa sempre più ai privilegi materiali che
intaccano la laicità delle nostre istituzioni.
Ogni anno l’ora di religione ci costa 1miliardo di euro, una cifra ancora più elevata se si considerano gli stipendi degli insegnati di religione, in parte nominati dalla diocesi e da essa resi “idonei” ma stipendiati dallo stato italiano(!!!) che, a parità di prestazioni li paga più degli insegnanti “normali”. Dati sconcertanti uniti ai continui tagli all’ istruzione pubblica da parte degli ultimi governi: la qualità dell’ istruzione peggiora, ci sono classi sempre più numerose, sempre meno servizi e attività extra-curriculari per gli studenti, e cifre enormi vengono destinate all’ insegnamento di una materia facoltativa.
Non possiamo permettere che questo privilegio continui, l’ ora di religione è uno strumento di controllo sociale, criticato anche da intellettuali cattolici, attraverso il quale possono venire veicolate impostazioni dogmatiche in materia scientifica, etica, sessuale, morale ad es.: contro l’ aborto, la fecondazione assistita, la contraccezione e l’ omosessualità.
Si scopre così che la scuola italiana non è il tanto celebrato luogo di discussione, dove possono trovare spazio l’ educazione civica, l’ educazione sessuale o l’ insegnamento della storia delle religioni ( materie sicuramente più utili e formative ), ma il luogo dove dominano i privilegi di poteri forti, che tolgono spazio alla critica, alla creatività e a qualsiasi alternativa.
Fioroni ha enormemente peggiorato le cose: sottostando alle pressioni della CEI, ha fatto si, attraverso la sua riforma fatta di copia-incolla e decretini inseriti nelle finanziarie, che il voto in religione concorra a formare la media in base alla quale viene attribuito il credito formativo.
Questo avvantaggia gli studenti che seguono religione, poiché anche se la riforma fa riferimento anche ad attività alternative, queste non esistono, i tagli alla scuola pubblica infatti fanno si che l’ unica alternativa sia quella di perdere un’ ora. Non solo non ci vengono concesse delle ore
alternative e più utili per la nostra formazione personale e per il nostro inserimento nella società, ma veniamo addirittura svantaggiati se non partecipiamo all’ insegnamento della religione cattolica.
Il quadro diventa completo se si considera, che nonostante l’ articolo 33 della costituzione (“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”), dal 2000 in poi continuano ad aumentare i tagli all’ istruzione pubblica da un lato e dall’ altro le scuole cattoliche paritarie ricevono, di governo in governo, finanziamenti statali sempre più consistenti.

Facciamoci sentire, contro le ingerenze religiose e contro i privilegi di pochi, per una scuola più libera, laica, aperta alle diversità e alle criticità.

di collettivo studentesco aca toro