Aborto: la rivolta delle donne

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Una giornata di resistenza civile, un sussulto democratico e di civiltà delle donne in difesa del proprio corpo e della propria libertà. E’ stato questo, la giornata di oggi con manifestazioni in molte città italiana contro l’episodio di intimidazione clerico-fascista avvenuto a Napoli nei confronti di una donna “colpevole” di aver abortito. Una protesta spontanea e pacifica, contrastata a Roma dalla polizia, con momenti di tensione che però si sono conclusi positivamente.
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Una giornata di resistenza civile, un sussulto democratico e di civiltà delle donne in difesa del proprio corpo e della propria libertà. E’ stato questo, la giornata di oggi con manifestazioni in molte città italiana contro l’episodio di intimidazione clerico-fascista avvenuto a Napoli nei confronti di una donna “colpevole” di aver abortito. Una protesta spontanea e pacifica, contrastata a Roma dalla polizia, con momenti di tensione che però si sono conclusi positivamente.

Nella capitale gli incidenti sono iniziati quando le donne, riunite sotto il ministero della Salute per un sit-in, hanno forzato il blocco della polizia per dirigersi dal Lungotevere verso piazza Argentina. Lì si sono avuti i momenti più forti di tensione, con il fermo di una donna e il traffico bloccato da parte delle manifestanti. La strada è stata liberata quando la giovane fermata è stata rilasciata. Franca Rame ha invitato le donne a liberare la strada e, come atto pacificatore, ha baciato sulle guance un dirigente del commissariato di polizia. La manifestazione, alla quale hanno partecipato quattromila persone, è poi proseguita in modo pacifico e in serata si è svolta un’assemblea di donne alla Casa Internazionale.
Sono state diverse centinaia le donne che hanno partecipato alla manifestazione indetta dall’Udi a Napoli. Piazza Vanvitelli, nel quartiere del Vomero, è stata occupata da gruppi di donne dei partiti di sinistra e di movimenti femministi. Presenti anche le senatrici di Prc Lidia Menapace e Maria Luisa Boccia. Cartelli e slogan contro il Vaticano, contro Papa Ratzinger e contro Giuliano Ferrara, definito “il talebano italiano”.
Corteo spontaneo a Bologna. E’ nato come un presidio, davanti al reparto di ginecologia del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, è diventato un blocco del traffico e poi un corteo di diverse centinaia di persone che, partito da fuori le mura del centro storico, ha raggiunto piazza Maggiore. La protesta ha coinvolto donne e uomini di tutte le età: tanti i cartelli e gli slogan, è ricomparso anche lo storico “Tremate tremate / le streghe son tornate”, o “La 194 non si tocca / la difenderemo con la lotta”. Anche qui cori contro Giuliano Ferrara e contro l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra. Iniziato con alcune centinaia di persone, il corteo ha superato il migliaio di partecipandi.

Gli “indignati” a Milano. Anche a Milano erano centinaia le donne, e anche gli uomini, scesi in piazza San Babila per denunciare la loro “indignazione sia riguardo i fatti di Napoli, sia riguardo chiunque voglia toccare la normativa”.
In tutte le manifestazioni presenti i vari partiti della sinistra – dal Prc a Sinistra Critica – e della Cgil.

di redazione eRRe