14 dicembre sfiduciamo il governo: vediamo chi cade prima [partenza da Mantova]

14dicembre vediamo chi cade prima

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APPELLO UNITI CONTRO LA CRISI

Uniticontrolacrisi lancia una mobilitazione generale a Roma davanti a Montecitorio per il 14 dicembre, giorno nel quale sarà votata la fiducia al Governo Berlusconi.

Rivolgiamo un appello a tutte le realtà sociali che si stanno mobilitando contro la gravissima situazione provocata dalle politiche governative che con la scusa della crisi stanno distruggendo diritti e territorio. Il 14 dicembre deve essere un giorno in cui la parola passi alle migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici cassaintegrati e licenziati, agli studenti, ricercatori ed insegnanti che subiscono i tagli della Gelmini, alle popolazioni della Campania sommerse dai rifiuti e agli alluvionati del nord sommersi dalle cementificazioni che provocano i disastri.

A parlare devono essere i cittadini aquilani, che sulla loro pelle stanno pagando le scelte di potere che speculano perfino sulle tragedie, i migranti truffati dalle finte sanatorie e ridotti a schiavi pronti da essere sfruttati, gli operai Fiat di Melfi e Pomigliano che si vedono imporre contratti capestro che distruggono qualsiasi diritto, anche quello ad una vita dignitosa. Devono avere voce in quel giorno, sotto i Palazzi di una politica sempre più distante dalla vita reale, le tante forme della precarietà, che attraverso il collegato lavoro e le manovre del ministro Sacconi, dovrebbe essere l’unico triste orizzonte di milioni di persone.

A Montecitorio deve sentirsi chiara la voce di quella parte del paese che non ha diritto alle liquidazioni milionarie dei banchieri, che subisce i tagli del ministro Tremonti, perfetto esecutore delle decisioni di un’Europa che vuole far pagare la crisi a chi lavora e premiare chi vive di rendita e speculazione. In questo paese è tempo di dire basta all’impunità dei potenti, che con le loro cricche di affaristi hanno un’unico obiettivo: arricchirsi. Il 14 dicembre deve diventare il giorno della democrazia vera, quella costruita e difesa dai cittadini e non il simulacro con il quale il governo copre e giustifica l’ingiustizia.

Il 14 dicembre facciamo appello anche a tutto il mondo della cultura, della musica, del cinema, del teatro, dell’arte, colpito dai tagli di Bondi che oltre a tesori inestimabili rischiano di far crollare la vita di centinaia di migliaia di persone che vi lavorano.

Invitiamo sotto a Montecitorio coloro che lavorano nel mondo dell’informazione, costantemente minacciati dall’arroganza di Berlusconi, invitiamo coloro che lottano per il diritto alla casa, costretti a vivere per strada mentre chi governa ha perso il conto delle sue proprietà. E’ il tempo dunque che questa italia si faccia sentire, tutta insieme, unita, per dire che il governo Berlusconi non ha nessuna fiducia e deve dimettersi! La caduta dell’esecutivo deve significare anche la caduta di tutte le leggi ingiuste, che privatizzano i beni comuni come l’acqua o che tagliano le risorse da destinare alla società per dirottarle sulle spese di guerra o per grandi opere inutili e dannose.

Il 14 dicembre piazza di Montecitorio toglierà la fiducia, nei fatti e al di là di qualsiasi possibile accordo di palazzo, alle politiche dell’austerity, perchè la crisi devono pagarla coloro che l’hanno provocata, e questo ad esempio tassando le loro rendite finanziarie miliardarie, a favore delle politiche sociali e in difesa di chi lavora e produce ricchezza.

Mobilitiamoci tutti, uniti contro la crisi che vogliono farci pagare, uniti perchè in crisi vada il governo e le sue politiche!

14 dicembre tutti a Montecitorio!

14 DICEMBRE IL FATTORE CHE MANCA


di Salvatore Cannavò

E’ una boccata d’ossigeno salutare la protesta studentesca che ha segnato l’Italia intera. Il fattore che finora mancava in una politica fatta solo di tattiche, di manovre, di avanzamenti e arretramenti insopportabili in un avvitamento di palazzo distante dalle vite reali. Ed è stata meritoria anche quell’irruzione, tutto sommato allegra e timorosa, verso il portone del Senato che tanto scandalo ha destato tra chi tutti i giorni lo scandalo lo rappresentanza con la propria faccia e che invece ci ha fatto rallegrare. Perché il finto assalto ha segnalato il crinale su cui oggi è innestata la crisi della politica, il cortocircuito apparentemente irreversibile, tra politica dei rappresentanti e politica dei rappresentati. Quest’ultimi sembrano essere soggetti privi di dignità, di voce, di esistenza in vita mentre nelle aule parlamentari, a loro volta svuotate e sottomesse ai diktat di governo, sulla loro vita si gioca e si chiacchiera. La riforma dell’Università è solo l’ultimo degli esempi ma che dire del Collegato Lavoro approvato qualche giorno fa e che rende la vita dei precari molto più infernale?
Probabilmente la vivacità e la capacità degli studenti di sfidare anche i manganelli della polizia per dimostrare di essere un soggetto adulto, meritorio di attenzione e degno di rispetto non sarà imitata facilmente. Ma se da questa crisi vischiosa, da “fine regime” e della quale anche l’opposizione contribuisce ad alimentare i connotati peggiori – con minuetti ed esitazioni – vogliamo uscire con una prospettiva migliore non possiamo fare a meno di un sano protagonismo sociale e diretto. Non c’è alternativa. A meno di volersi baloccare nell’illusione dell’impossibile governo da Fini a Vendola o restare appesi agli umori di Casini o, peggio, della Carfagna di turno in un gioco al massacro già visto altre volte e che ha mortificato gran parte del mondo della sinistra o semplicemente progressista.
Allora bisognerebbe prendere un impegno: staccare per qualche giorno la spina dall’osservazione spasmodica di quanto accade in parlamento o nelle riunioni riservate tra i vari pezzi della politica e provare, invece, a farla davvero la politica. Oggi gli studenti l’hanno fatto, contribuendo non poco a determinare il rinvio dell’approvazione della riforma Gelmini. Bisogna riprendere questa lezione e provare a portarla il più avanti possibile.
Da più parti circola ora la proposta di ritrovarsi in tanti davanti a Montecitorio il 14 dicembre, il giorno della fiducia al governo. Studenti, precari, migranti, popolo dell’acqua, comitati contro le discariche, operai, lavoratori del pubblico impiego, ambientalisti, semplici democratici. Una bella prova di democrazia diretta da contrapporre al gioco di palazzo e da far vivere anche come fattore esterno in grado di accelerare la cacciata di Berlusconi. Sarebbe una buona prova di movimento che avrebbe bisogno, però, di un meccanismo di partecipazione e autodeterminazione dell’incontro, evitando di fare le comparse dello spettacolo mediatico. Se gli studenti invitassero tutti a discuterne nei prossimi giorni si potrebbe forse realizzare un appuntamento di reale unità ed efficacia. Un’iniziativa di movimento, di “altra politica”, quel fattore che, appunto, ancora manca.