Referendum cannabis legale: molto più di una questione ricreativa!

⏰ La nascente campagna referendaria sta riaccendendo il tema della legalizzazione della cannabis, tuttora un tabù in un paese in cui il suo consumo è assai diffuso. Il 28 ottobre sono state infatti consegnate in Cassazione 600mila firme a sostegno di un referendum abrogativo per depenalizzare coltivazione e consumo di cannabis e derivati: i prossimi mesi saranno decisivi per uscire dalle politiche proibizioniste che da quasi un secolo ingabbiano questa sostanza naturale, presente nella storia delle società umane al pari di vino, birra e tabacco.

⏳ Lo scorso 13 gennaio 2022 c’è stata la prima convalida delle firme e il 15 febbraio la Corte Costituzionale si esprimerà rispetto all’ammissibilità dei quesiti e sull’eventuale data del referendum.

🔗Le politiche proibizioniste alimentate nell’ultimo secolo contro la cannabis non hanno solamente creato una narrazione demonizzante sulle effettive proprietà della pianta e la conseguente criminalizzazione del consumo individuale, ma hanno anche favorito un complesso sistema che rafforza altre oppressioni presenti nella nostra società.

🧛🏻‍♂️La criminalizzazione delle sostanze psicotrope da parte della legge (l’ultimo Testo Unico sul tema in Italia è di 30 anni fa) è la prima causa della diffusione di un consumo inconsapevole che spesso incontra lo spaccio di prodotti pericolosi perchè “tagliati” con elementi tossici. L’economia illegale creata dal proibizionismo è saldamente in mano alle mafie, le quali con la legalizzazione della cannabis perderebbero il 40% del traffico totale degli stupefacenti.

⚒️👷‍♂️Il proibizionismo colpisce maggiormente le classi più povere e le fasce più deboli della popolazione, tra cui giovani e migranti: il piccolo spaccio è l’ultimo ingranaggio della catena mossa dalle organizzazioni criminali, che “offrono” reddito nei settori della popolazione toccati da disoccupazione e lavoro nero, ed è punito con sempre più forza (addirittura con l’arresto immediato, come previsto dalla Ministra dell’Interno Lamorgese). Ciò finisce per affollare le carceri e i centri di identificazione ed espulsione per reati minori nati da necessità economiche, senza colpire minimamenti i vertici delle organizzazioni criminali.

🚔🧒 Negli ultimi anni le campagne contro “lo spaccio” dei sindaci e dei ministri dell’Interno anticipavano iniziative di gentrificazione e azioni di polizia contro i migranti e cacce al clandestino da parte dei questori. In questa catena criminalizzante il secondo obiettivo sono chiaramente i giovani, il cui solo comparire nei parchi e nelle strade, in società sempre più anziana, sembra già di per sé deviante. Mentre sono stati tagliati drasticamente gli interventi educativi nelle scuole sulle dipendenze e per la riduzione del danno dei comportamenti a rischio, le riunioni di pubblica sicurezza nei quartieri di Mantova raccontano di report allarmati perchè gli adolescenti si aggirano per i parchetti. Non ci dimentichiamo inoltre della campagna flop di Salvini con i cani antidroga davanti alle scuole quando era Ministro dell’Interno. Per rispondere a questo mercato della paura la politica risponde con ordinanze che limitano la fruibilità degli spazi pubblici e con l’istallazione spasmodica di telecamere per la videosorveglianza.

🧱☠️ Gli agenti di polizia che si muovono in questo contesto italiano di uso diffuso e proibizionismo duro, arrivato con la legge Fini- Giovanardi del 2004 ad equiparare cannabis ed eroina, scadono spesso nella violenza: dalle umiliazioni, alle percosse fino alle morti in carcere. Oltre ai casi noti di Aldrovandi, Cucchi, Uva, Bianzino infatti abbiamo tutte e tutti conoscenti che sono stati maltrattati dalle forze dell’ordine per “poche canne”.

Questa campagna referendaria può essere il primo passo per uscire da un contesto securitario, moralista ed ipocritamente a vantaggio delle mafie che danneggia la salute e i percorsi di vita di milioni di persone, spesso paradossalmente gettate nelle braccia della criminalità e nella marginalità dalle leggi “contro le droghe”.

📢📢📢 Nelle prossime settimane ci impegneremo con Arci CASBAHCLUB, che già si è mobilitata con un interessantissimo incontro, a sostenere questo referendum con campagne di informazione e coinvolgimento della popolazione sul territorio.
CONTATTACI sui nostri social se vuoi fare parte di questo movimento per liberare la cannabis e le vite di milioni di persone da mafie e repressione.