UN CALDO NATALE

Rete per il reddito sociale:

Napoli: giornata di mobilitazione per il reddito sociale studentesco

Blitz presso la stazione-metro per l’accesso gratuito ai treni, occupate la CEPU e la sede partenopea di “Repubblica”

Lunedì, 22 Dicembre 2003 – 17:06

Da stamane diverse iniziative si sono susseguite a Napoli sulla vertenze che vede impegnati da mesi i movimenti studenteschi , quelli dei disoccupati e la regione Campania sul reddito sociale studentesco, una normativa che comprende in se’ una serie di misure sull’acquisto dei libri di testo per gli studenti medi, per la gratuita’ sui trasporti pubblici regionali per disoccupati, studenti medi ed universitari, e per l’istituzione di una “carta studenti” che dia accesso gratuito agli studenti medi alle manifestazioni di carattere culturale, musicale e sportivo patrocinate dagli enti locali.

Dalle 10 del mattino studenti,disoccupati e disobbedienti hanno messo in atto un blitz presso la stazione della metro “Museo – Cavour”, consentendo l’ingresso gratuito ai treni a centinaia di persone. Dopo poco, un gruppo di studenti e disoccupati, insieme ai disobbedienti hanno occupato la sede napoletana del CEPU contro lo stanziamento nella finanziaria del governo Berlusconi di 100 milioni di euro dal fondo di ultima istanza , sottraendo fondi alla spesa sociale ed alla scuola pubblica. Verso le 13:00 gli attivisti dei movimenti di lotta si sono dati appuntamento a Piazza dei Martiri dove hanno occupato la sede napoletana di “Repubblica” dove hanno incontrato il direttore del quotidiano Antonio Corbo. Al direttore di “Repubblica” studenti e disoccupati hanno espresso le proprie preoccupazione in merito alla censura sulle lotte dei movimenti sociali sul reddito sociale studentesco e contro la criminalizzazione del movimento studentesco. Dopo questa giornata di lotta i movimenti degli studenti e dei disoccupati lanciano il loro ultimatum alla Regione Campania. Ci aspettiamo nell’incontro previsto per il 12 gennaio con gli assessori Buffardi (lavoro, istruzione, politiche sociali) e Cascetta (trasporti) risposte concrete sul reddito sociale studentesco, e la messa in calendario di un incontro tra i movimenti e i capigruppo al consiglio regionale sulla proposta di legge sul reddito di cittadinanza che andra’ in consiglio nel mese prossimo.

rete studenti in movimento

movimento dei disobbedienti

rete studentesca sempre ribelli

coordinamento di lotta per il lavoro

movimento disoccupati autorganizzati di acerra

I lavoratori dei cantieri navali di Marina di Carrara in corteo bloccano il casello autostradale.

Scontri e tafferugli con l’ingente dispiegamento di forze dell’ordine, ma ottengono l’appoggio e la solidarietà dei cittadini.

Mercoledì, 17 Dicembre 2003 – 22:45

Questa mattina si è tenuta a Carrara una grande manifestazione in difesa dei posti di lavoro nei Cantieri Navali di Marina di Carrara, organizzata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, che avevano anche indetto uno sciopero provinciale di otto ore di tutto il settore industriale, a cui hanno partecipato migliaia di lavoratori, studenti, rappresentanti delle istituzioni e dei partiti della sinistra.

La mobilitazione ha preso il via alle 9:30 di fronte al cantiere navale ed è proseguita con un corteo che ha percorso i Viali a mare, il viale XX settembre e la via Covetta fino al casello autostradale; calda è stata l’accoglienza dei passanti e la solidarietà dimostrata anche da chi non partecipava il corteo.

Ingente il dispiegamento delle forze dell’ordine le quali, nonostante la militarizzazione della stazione ferroviaria (era stato minacciato anche il blocco della linea ferroviaria La Spezia-Pisa) e del casello autostradale, non sono riuscite ad impedire l’occupazione del casello.

Non sono mancati momenti di tensione e tafferugli con la celere quando i manifestanti esasperati per la grave incognita che incombe sui loro posti di lavoro hanno forzato i cordoni delle forze dell’ordine e hanno spostato il blocco davanti al casello autostradale.

A questo riguardo sono da segnalare alcuni feriti riguardo ai quali però non se ne conosce né il numero esatto né la gravità dei referti.

Il blocco del casello è proseguito senza altri incidenti, e con il comizio improvvisato del segretario della Cgil si è conclusa la manifestazione. Alcuni manifestanti hanno improvvisato un corteo che si è concluso sotto il cantiere. La mobilitazione per la salvaguardia del cantiere navale può dirsi ben avviata e speriamo porti ad una conclusione vittoriosa della vertenza , intanto i lavoratori danno appuntamento per nuove mobilitazioni a gennaio…

Fonte: coordinamento studenti contro la guerra, mercoledì 17 dicembre 2003

Arese in lotta:

In continua moilitazione gli operai dell’Alfa Romeo che i piani FIAT vogliono smantellare e chiudere.

Occupata la Stazione Centrale

«Formigoni, te lo diciamo in coro, poche chiacchiere ma posti di lavoro». Scandendo questo slogan al megafono, i Cobas dell’ex Alfa Romeo hanno manifestato ieri, in 300, davanti alla Regione. Seconda tappa, il blocco della stazione Centrale: tra le 11.10 e le 11.40 i treni hanno subito ritardi di 30-40 minuti.

In mezzo ai binari, Renzo Canavesi dello Slai Cobas ha spiegato il punto di vista delle tute blu: «Dopo un anno, il problema dell’Alfa è irrisolto – ha detto Canavesi -. Ci hanno detto di non occupare stazioni e autostrade, ma altrimenti chi si ricorda di noi?». Nel mirino della protesta c’è la Regione: «Dopo l’accordo firmato con Fiat dai confederali sul rinnovo della cassa integrazione, il ritorno al lavoro dipende dalla realizzazione del polo dell’auto ecologica voluto da Formigoni. Ma, a oggi, non esistono né piani industriali, né progetti d’assunzione». Una prima risposta della Regione è arrivata nel pomeriggio: un incontro è stato fissato con i sindacati per martedì prossimo. Durante il vertice si discuterà del polo della mobilità sostenibile nell’area di circa un milione di metri quadrati in cui si trova lo stabilimento Fiat (al momento sarebbero una decina le aziende interessate a insediarsi, visto che già da un anno la società di Torino ha detto che ad Arese manterrà solo il centro stile). Dopo la rottura consumata sul rinnovo della cassa integrazione, i Cobas hanno scelto la protesta dura. Cgil, Cisl e Uil, invece, stanno alla finestra. Nonostante tutto, però, Cobas e confederali si troveranno fianco a fianco molto presto. Già martedì prossimo, per esempio, al tavolo della Regione. «Chiederemo al Pirellone il rispetto degli impegni presi e la realizzazione del polo della mobilità sostenibile – interviene Maurizio Zipponi, segretario generale della Fiom-Cgil milanese -. La responsabilità su Arese è della Fiat, con la Regione collaboriamo a un progetto per il riassorbimento dei lavoratori». Anche lunedì 22 dicembre la Rsu dell’Alfa avrà un incontro chiave. In prefettura. Qui dovrebbe formalizzarsi un accordo tra sindacato e Abp. Acronimo che sta per Alfa business park, la società che si occupa della creazione di un polo logistico in un’area di un altro milione di metri quadrati lasciata libera da Fiat già nel ’94. Secondo il sindacato, le aziende che si sono insediate fino a ora (sei in tutto) non hanno rispettato gli accordi. Accordi che prevedevano l’assunzione di due lavoratori ogni mille metri quadrati di area occupata. «Mancano all’appello oltre 30 posti di lavoro – dice Corrado Delledonne dello Slai Cobas -. In attesa ci sono 42 lavoratori licenziati da Fiat senza stipendio da più di un anno e mezzo. Ma ormai siamo vicini a un’intesa». Aig Lincoln, società che controlla il 70 per cento di Abp, conferma che l’accordo è alle porte. Oltre 30 lavoratori dovrebbero essere assunti a tempo indeterminato da una società ad hoc che fornirà servizi (pulizia, manutenzione) alle imprese dell’area. Secondo il sindacato, però, il punto è anche un altro. Nel cosiddetto polo logistico le aziende sono soltanto sei. E non si parla di nuovi arrivi. Massimo Zanello, assessore alle Attività Produttive della Regione, chiama in causa i proprietari delle aree. «Ora la palla è nella mani di Abp – dice Zanello -. Ciò che manca per andare avanti col progetto è la firma delle convenzioni con i Comuni per le varianti urbanistiche. Un passo indispensabile che attendiamo da diverse settimane».

dal corriere 17 dicembre 2003

Alitalia, sciopero spontaneo: i lavoratori bloccano l’entrata allo scalo di Fiumicino . Clima militarizzato dai cordoni di polizia

I sindacati: Alitalia ritiri il piano industriale 2004-2006

Mercoledì, 17 Dicembre 2003 – 22:43

Dopo il rinvio della vertenza al 29 dicembre proseguono le proteste dei sindacati: cancellati 80 voli in partenza. La protesta delle “tute nere” dell’Alitalia si fa più incisiva.

La manifestazione dei lavoratori Alitalia questa mattina ha bloccato lo scalo aereo e per motivi di sicurezza la polizia impedisce l’ingresso alle tre aerostazioni di Fiumicino. Davanti alle entrate dei terminal ci sono cordoni di poliziotti che fanno entrare solamente i passeggeri con in mano il biglietto. Alitalia ha deciso di bloccare le operazioni di check-in di tutti quei voli in cui non sono assicurate le operazioni di caricamento bagagli e assistenza. La compagnia valuta la situazione ora per ora e ha già cancellato 80 voli in partenza tra le 10 e le 12, mentre alcuni collegamenti da Fiumicino sono già in ritardo. L’adesione alla manifestazione degli operai addetti alle operazioni in pista è stata infatti del 90 per cento, quasi tutti hanno abbandonato il lavoro per unirsi al corteo. Tra il personale impiegato nelle aerostazioni, le assenze sono per ora quantificate intorno al 50 per cento. Il corteo, dopo aver sfilato dall’area tecnica lungo l’anello viario, ha impedito il passaggio ai veicoli verso le aerostazioni per circa 500 metri, adesso è al terminal delle partenze nazionali. Qui, alle centinaia di lavoratori che hanno aperto il corteo si sono uniti poco dopo le 11 oltre un migliaio di altri lavoratori della compagnia. Davanti e fuori al terminal partenze i lavoratori stanno urlando slogan contro il piano industriale proposto dal governo “Per noi non fanno nessun decreto” protestano riferendosi alla vicenda parallela di Rete 4, per la quale si stanno studiando soluzioni rapide. Il traffico al piano partenze è dunque bloccato e alcune centinaia di lavoratori si sono staccati per bloccare anche l’ingresso sul lato arrivi. I sindacati chiedono il ritiro del piano industriale 2004-2006 presentato dall’Alitalia il 12 settembre poiché lo giudicano inaccettabile. Secondo i rappresentanti dei lavoratori la situazione dell’azienda va affrontata nell’ambito del futuro assetto del trasporto aereo italiano. Già la settimana scorsa c’era stato un blocco sulla superstrada. Ieri si era svolto un incontro tra il viceministro ai trasporti, Mario Tassone, l’amministratore delegato di Alitalia, Francesco Mengozzi, il direttore generale della compagnia, Marco Zanichelli e i rappresentanti dei sindacati del trasporto aereo. E’ stata fissata la data per il prossimo incontro per discutere del piano nazionale del trasporto aereo, il prossimo 29 dicembre, tuttavia la proposta di accordo del governo era stata subito rifiutata dai sindacati, che avevano annunciato iniziative di protesta.

da repubblica, mercoledì 17 dicembre 2003



Acqua Lete, irruzione dei dirigenti per impedire che parlino i sindacalisti.

La Flai campana:”Nemmeno nei regimi dittatoriali latino-americani si riscontrano condizioni di lavoro e di vita in una azienda così come quelle che si registrano nello stabilimento Lete di Pratella”

CASERTA. Circa un centinaio di dipendenti dell’Acqua Lete con a capo i tre direttori di stabilimento, hanno invaso il salone della Cgil dove tenevamo una conferenza stampa per denunciare la mancanza di sicurezza e di relazioni sindacali all’interno dell’azienda, e ci hanno apostrofato con epiteti pesanti. Benedetto Arricale, segretario provinciale della Flai (Federazione lavoratori del settore agro-alimentare), racconta così, il giorno dopo, il grave l’episodio che ha visto per protagonisti i dirigenti della Lete, la famosa marca di acqua minerale, conosciuta ai più per la pubblicità della bollicina di sodio in cerca di altre particelle gemelle e che ha la sua sede a Pratella in provincia di Caserta, di cui è titolare l’imprenditore Nicola Arnone.

“Nemmeno nei regimi dittatoriali latino-americani si riscontrano condizioni di lavoro e di vita in una azienda così come quelle che si registrano nello stabilimento Lete di Pratella”, aveva denunciato nei giorni scorsi il segretario generale della Cgil Campania, Michele Gravano insieme alla categoria dell’agroindustria Flai-Cgil e alla Federconsumatori, e per l’occasione aveva coniugato lo slogan: “Aqua Lete, ricca di pubblicità e povera di diritti”. E dopo l’episodio di ieri Gravano parla di intimidazione: E’ grave sul piano democratico e rilevante sul piano penale dice il segretario generale della Cgil Campania, – l’intimidazione compiuta nella sede della Cgil di Caserta da parte di presunti dirigenti dello stabilimento Acqua Lete che hanno fatto irruzione nel corso di una conferenza stampa promossa dalla Cgil.

“E’ stato già compiuto precisa Gravano – un passo formale nei confronti del Questore e del Prefetto di Caserta”.

I dipendenti dell’azienda di Pratella sono crica 130 tra fissi e stagionali. E i sindacalizzati sono appena una decina. “Perché c’è un clima pesante all’interno dell’azienda ” dice ancora il segretario provinciale della Flai Benedetto Arricale ” ma questo non ci scoraggia. Ieri abbiamo visto che i lavoratori che seguivano i dirigenti e hanno invaso il salone della Cgil, stavano recitando una parte. Insomma vengono in qualche modo ricattati e si tenta di isolare il sindacato perché pone problemi seri come la sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. Ma l’azienda da questo orecchio non vuol sentire e preferisce criminalizzare i rappresentanti sindacali.”

Nei giorni scorsi c’era stato anche un volantinaggio da parte della CGIL in diversi bar e supermercati della zona per sensibilizzazione l’opinione pubblica. A tutto ciò, gli altri dipendenti avevano risposto «chiedendo l’intervento del prefetto per porre fine alla campagna denigratoria contro il marchio Lete perché l’azione sindacale avrebbe determinato un forte calo delle vendite».

«Continueremo la nostra battaglia – ha annunciato Gravano – fin quando non cambierà il clima all’interno dello stabilimento, non verranno rispettati i diritti e l’azienda non risponderà ad un codice di comportamento etico, caratterizzato sul terreno della responsabilità sociale. Conforme ad un azienda che tende ad assumere un ruolo leader nel settore delle acque minerali, così come emerge dalla grande operazione pubblicitaria che realizza con dispiego di mezzi spropositato rispetto alle dimensioni stesse dell’impresa». «Le questioni che solleviamo – ha aggiunto Gravano – sono di sicurezza, di libertà sindacale ma ci battiamo anche per la qualità del prodotto. Su questo, abbiamo inoltrato una istanza alla Magistratura perché attivi tutte le certezze a tutela del consumatore».

E domani, intanto, il prefetto ha convocato tutti, azienda e sindacati per tentare una mediazione prima che lo scontro degeneri


Una piccola rassegna stampa riguardo al conflitto sociale che sta impazzando in tutta Italia non solo nel settore degli autoferrotranvieri ma anche nella scuola, nei cantieri navali, nell’alitalia e nella fiat.