SULLO SCIOPERO DEL 26

Il premio per il miglior boicottaggio mediatico è stato assegnato alla striscia televisiva “Mantova Flash” in onda su telearena, che ha realizzato una distorsione come se ne vedono solo sul tg4: immagini tutte finalizzate ad esaltare il carrozzone confederale, persone in festa, sorrisi, striscioni e le interviste di rito a sindacalisti e partecipanti al corteo; nel finale, dopo i comizi di piazza Erbe, a manifestazione finita, un veloce colpo d’occhio a piazza Mantegna, dove noi stavamo smobilitando, con la voce in sottofondo che recitava: “scarsa la partecipazione dei No Global”, . Tutto questo sembra proprio giustificare il nostro impegno come media “antagonista”, impegnato cioè a dare spazio a realtà altrimenti invisbili.

Stravolgimenti a parte, c’eravamo, e con noi c’erano studenti, lavoratori precari, operai e insegnanti, tutti decisi a rivendicare condizioni di vita migliori di quelle prospettateci da chi ci governa e da chi finge di tutelarci.

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Nella foto i “quindici contestatori”

Tra catastrofe sociale e silenzio mediatico.

Comunicato del movimento antagonista mantovano

La piattaforma rivendicativa della rete “mantovantagonista”,prevede il rigetto totale della precarietà quale condizione pervasiva di ogni rapporto sociale ed economico nella società. Chiediamo il ritiro di tutte quelle leggi che stanno facendo della precarietà questa condizione generale di vita instabile per tutti i lavoratori e futuri tali. Chiediamo quindi il ritiro della legge 30, della Bossi – Fini e del pacchetto Moratti e del disegno finanziario sulle pensioni, perché, ruotando tutte intorno alla trasformazione del mercato del lavoro, mirano alla destrutturazione e precarizzazione della vita dei lavoratori o dei futuri tali. Respingiamo anche le leggi che sulle stesse materie sono state deliberate dai governi di centro -sinistra (legge Treu, riforma Berlinguer, legge Dini e Turco-Napolitano) perché hanno introdotto l’attuale situazione che ne è solo la conseguenza logica.

Per questo è per noi incondivisibile la piattaforma presentata dai sindacati confederali, che si sono, applaudendo o assenziendo per silenzio, resi complici di questo disegno neo-liberista.

Per quanto riguarda il comportamento dei media locali, dobbiamo denunciare la totale mancanza di disinteresse nel fornire una versione reale sullo svolgimento del corteo dello scorso 26 marzo.

Quando lo spezzone di “mantovantagonista” è stato l’unico a fornire animazione nel corteo, convogliando presenze trasversali (dai tranvieri agli studenti del collettivo aca toro agli operai della pompea, dalla federazione di rifondazione comunista e dei giovani comunisti alla realtà associativa liberamente) per circa trecento persone, il quotidiano la voce è stato capace di oscurare completamente la nostra presenza, riportando un intervento esterno alla nostra realtà, la testata televisiva Mantova flash ha ridotto la nostra presenza ad “uno sparuto numero (15) di contestatori”, mentre la gazzetta di Mantova ha dimezzato le cifre non accennando affatto al dibattito pubblico che si è svolto per dare voce, in modo effettivamente partecipato, alle rivendicazioni di una base autorganizzata e popolare.

Quarto potere?

[[image:manifestazione2.jpg::left:0]]Di Em@

Oscurati, minimizzati, boicottati; queste le espressioni che meglio rendono il trattamento riservatoci dai media mantovani “ufficiali” all’indomani della manifestazione del 26 marzo. Il giorno dello sciopero lo spezzone di Mantova Antagonista era lì, visibile(e udibile) da tutti, con le sue 300 presenze, la musica e gli slogan, durante il corteo e durante il comizio in piazza Mantegna. Sorge spontaneo chiedersi allora perché?, perché autorevoli organi di informazione, tenuti al diritto di cronaca, hanno operato cesure e stravolgimenti sulla nostra partecipazione? Non capiamo per quale motivo su un quotidiano siamo stati ridotti a un manipolo di contestatori( ricordiamo che nel corteo eravamo lo spezzone più consistente) e su un altro, nel resoconto, il cronista ci oscurava lasciando ampio spazio alla giovane autrice di un appello per la salvaguardia di Fassino.