4 BUONI MOTIVI per svegliarsi domenica mattina e contestare RENZI

 

Matteo Renzi, l’ennesimo premier non eletto, passerà da Mantova domenica mattina per sostenere il candidato del PD e SEL Mattia Palazzi. Questo per ora è stato messo maggiormente in difficoltà dalla distanza tra quanto dichiarato dal suo programma locale e le politiche messe in campo a livello nazionale dal suo partito.

Perché svegliarsi domenica?

1- Le politiche messe in campo dal governo Renzi seguono le logiche neoliberiste che hanno portato alla crisi, ovvero allargare gli spazi della società governati dal mercato e aumentare la competitività in questi. Territorio, servizi pubblici come la scuole e la relazione lavorativa subiscono un’espropriazione da parte dei privati.
I petrolieri bucano valli in cerca di petrolio senza il rispetto delle comunità territoriali, le scuole sono “occupate” non dagli studenti ma dalle imprese che impongono stage gratuiti estivi nei piani didattici, la disoccupazione giovanile aumenta le file di una forza di lavoro di riserva utile per lavori pagati sempre meno.

2- Perché la politica determina il tuo futuro ed è sempre più distante da te. Renzi nel solco di Berlusconi, con l’approvazione dell’Italicum supporta un’idea di democrazia poco partecipativa e molto rappresentata (non rappresentativa). Renzi promuove una visione di governo forte, pronto a tutto per raggiungere i propri obiettivi, esautora la discussione parlamentare e l’unica dialettica con le parti sociali è rappresentata dai manganelli della polizia. Il “si vota ogni 5 anni e poi comando io” Berlusconiano è impreziosito da strumenti mediatici che nascondono il reale annichilimento della dialettica socio-politica per costruire finti panorami partecipativi, ad esempio la discussione on-line delle proposte della “buona scuola”.

3- Perché anche tu pensi che serva un cambiamento forte, ma non pensi che il “rottamatore” possa portare ad alcun rinnovamento. Renzi fin dai primi passi in politica, pur provenendo dalla “balena bianca” democristiana, si autodefinisce come colui che rottamerà, che faciliterà e che semplificarà gli assetti istituzionali e di potere della vecchia politica.
In realtà la bandiera del “nuovo” per Renzi è solo uno strumento per creare una politica dell’eccezione che trasformi in legge le volontà dei poteri economico finanziari e cancelli le possibilità delle classi più povere di far valere le proprie ragioni.
Il nostro nuovo è qualcosa invece che parte dagli esclusi dalla politica istituzionale, dai rapporti di potere che governano l’Italia, dai baroni che occupano da anni i centri nevralgici delle istituzioni (ricordiamo De Gennaro responsabile delle torture di Genova nel 2001, oggi a capo di Finmeccanica) e dai diktat di Francoforte che persistono nella direzione dei tagli alla spesa pubblica.

4- Perché stando a letto domenica mattina gli dimostreresti che come dice lui “non c’è altra soluzione” al governo della casta politica-economica, di quell’ 1% che Renzi rappresenta e che si è arricchito esponenzialmente a partire dai piani anti-crisi della FMI e della BCE.
La piazza di domenica oltretutto può essere il seme di una coesione politica di quel 99% impoverito di diritti, reddito e democrazia reale. Da questo presidio può inoltre germogliare una discussione che non abbia paura di affrontare temi come la limitazione della proprietà privata, l’audit sul debito, la difesa dei servizi pubblici e dei beni comuni, il contrasto al razzismo e l’estensione dei diritti di cittadinanza, il rispetto dei territori e la critica dell’industria alimentare per riacquistare sovranità sul cibo.

La Boje!